Cleveland Cavaliers – Golden State Warriors. Per il quarto anno consecutivo il titolo sarà conteso da due squadre che stanno dando vita ad una rivalità tra le più belle della storia. Sarà ancora una volta LeBron contro Curry e KD, con i secondi nettamente favoriti per la vittoria finale. Entrambe le squadre hanno dovuto giocare 7 partite nel turno precedente e hanno avuto diversi problemi che potrebbero ripresentarsi durante la serie finale. Analizziamoli insieme.
Cavs : Lebron, da solo sull’isola.
Non c’è alcun dubbio: i Cavs sono alle Finals grazie a Lebron James. In una stagione partita male, con giocatori infortunati o inutili per il modo di giocare dei Cavs (qualcuno ha detto Thomas?) non era così scontato l’arrivo in finale ed ecco che il signore con il numero 23 tira fuori dal cilindro la sua migliore stagione da quando è nella lega, sfiorando la tripla doppia di media. Nelle scorse stagioni si prendeva qualche gara di riposo durante la regular season, gestiva il suo minutaggio e non dava mai l’impressione di giocare al 100% ma quest’anno non può permetterselo. A 33 anni, con tutta la pressione addosso e probabilmente il peggior supporting cast mai avuto, fare quello che ha fatto poteva sembrare semplicemente impossibile; la conclusione è semplice: non è umano. Tristan Thompson in una recente intervista dice di James: “le macchine non hanno bisogno di riposo, ma solo di cambiare l’olio”. La continua ossessione di Lebron per il suo corpo gli ha fatto evitato infortuni gravi e ogni anno sembra sempre più in forma di quello precedente ma nella serie contro i Celtics, si notano segni di un giocatore esausto. Sarebbe anche normale visto che ha giocato più minuti di tutti nei playoff. Non poteva giocare ogni azione a testa bassa attaccando il ferro alla massima intensità e i Celtics sono stati bravi a fargli prendere tiri in allontanamento che ha segnato con basse percentuali. La chiave della serie i Cavs l’hanno trovata cercando in tutti i modi di farlo giocare 1vs 1 contro Terry Rozier per sfruttare la differente stazza e punire i cambi sistematici. Il contributo dei compagni è stato gravemente insufficiente durante tutti i playoff con un Kevin Love sempre più distante dal giocatore intravisto a Minnesota ma, se i Cavaliers vorranno davvero avere chance di vincere il titolo, dovranno tirare fuori il massimo da i cosiddetti “role players” e cercare di sfruttare i momenti di pausa dei Warriors.
Golden State Warriors: less is more.
Curry, Thompson, Iguodal, Durant, Green. Se non è il quintetto più forte della storia, poco ci manca. Diciamolo chiaramente: è la favorita e se non dovesse vincere sarebbe clamoroso. I pronostici danno Golden State vincente in 5 gare, alcuni addirittura in 4 ma il più grande problema dei Warriors è proprio questo: la consapevolezza di essere i più forti. Quest’anno il rischio di essere eliminati dai Rockets (se ci fosse stato Chris Paul in gara7 avrebbero rischiato ancora di più) è stato alto e c’è l’impressione che il loro modo di giocare che fatto di ritmo e spazio stia iniziando a perdere di efficacia. L’ arrivo di Durant ha obbligato Steve Kerr a giocare una pallacanestro leggermente più lenta e quando non è in serata tutta la squadra fa fatica, ad ogni modo il giocatore fondamentale rimane Curry: se si accende, giocare contro i Warriors è impossibile e molto spesso arriva il parziale che uccide la partita. Golden State è una squadra molto emotiva e quando viene presa dall’entusiasmo (arroganza?) tende ad esagerare uscendo fuori dal consentito. L’esempio più lampante sono le Finals del 2016 quando, sopra 3 a 1 nella serie, pensarono di aver già vinto subendo la clamorosa rimonta dei Cavs che ebbe il suo turning point simbolico in gara 6 con l’espulsione di Curry dovuta al lancio del paradenti. Kerr dovrà essere bravo nel gestire questi momenti cercando di tenere concentrati i suoi giocatori sulla partita.
Il mio pronostico: Warriors in 6.
di Lorenzo Milella