Oggi parliamo di un atleta che recentemente ha vinto il premio come MVP delle finali e della stagione di Eurolega oltre ad aver condotto al trionfo la sua nazionale un annetto fa. Lebron? Curry? Brian Scalabrine? No, Luka Doncic.
Nell’ultimo mese, il 19enne sloveno è stato argomento di molte discussioni, che riguardano lui ma soprattutto il futuro della Nba. Doncic ha un talento incredibile, un buon tiro e ottime abilità di passatore; è un play nel corpo di una guardia, un vincente ma sopratutto è il più grande talento puro europeo dai tempi di Drazen Petrovic. Gli osservatori che lo hanno visto giocare durante la finale tra il suo Real Madrid e il Fenerbahce dei nostri Melli e Datome ne sono sicuri : sarebbe una follia non chiamare questo ragazzo con la prima scelta del draft. Prima scelta che appartiene ai Phoenix Suns, dove il capo allenatore è Igor Kokoskov, guarda caso proprio quel Kokoshov che ha allenato la Slovenia di Doncic nell’ultimo e vittorioso Eurobasket. Igor diventa il primo nativo europeo a sedersi sulla panchina di una squadra Nba, anche se ha avuto già esperienze come assistente con altre squadre, più recentemente gli Utah Jazz. La sua capacità di far crescere giovani talenti (principalmente guardie e playmaker) si è rivelata fondamentale per “l’esplosione” di Mitchell e Rubio. I Suns sperano quindi di riuscire a valorizzare una squadra piena di talento e far diventare Devin Booker un All Star a tutti gli effetti. La chiamata di Doncic alla numero 1 però è tutt’altro che scontata. Gli americani sono sempre stati scettici sulla scelta di europei a posizioni così alte (qualche anno fa fischiarono Porzingis quando venne chiamato con la scelta numero 4 da New York e l’ultimo europeo chiamato con la numero 1, Andrea Bargnani, non è riuscito a resistere alla pressione causata dalle aspettative grandi su di lui. Il basket europeo però è cambiato rispetto a qualche anno fa, il livello dei giocatori si è alzato notevolmente e sempre più spesso giocatori Nba con poco spazio o che vanno alla ricerca di buoni contratti vengono a giocare nel vecchio continente. Permane il rischio che Doncic venga passato dalle prime tre squadre che dovranno scegliere il prossimo 21 giugno, preferendogli prospetti in uscita dai college americani. Se i Suns dovessero puntare tutto su Deandre Ayton (centro simile a Dwight Howard e Deandre Jordan) tutto dipenderà da cosa faranno Kings e Hawks: entrambe le franchigie starebbero pensando a giocatori come Marvin Bagley III, ala oltre i 210 centimetri in grado di garantire punti e rimbalzi. Opzioni alternative sono anche quelle di Jaren Jackson Jr. e Mo Bamba, giovani centri di primissimo livello senza però la stessa esperienza e i trofei che il 19enne sloveno invece è riuscito ad accumulare: ha aiutato la propria nazionale a vincere l’ europeo, è diventato il più giovane MVP di sempre dell’Eurolega, ha trascinato i compagni al decimo titolo nella storia del Real Madrid ed è il più giovane MVP delle Final Four. Nel caso, comunque, Memphis o eventualmente Dallas sarebbero già pronte a beffare tutti, mettendo le mani su un talento unico come Luka: un campione del genere fuori dalla Top-3, infatti, sarebbe un colpo non da poco. Doncic ha vinto ad ogni livello, è un leader e nella Nba di oggi (dove si cercano di usare quintetti sempre più “ leggeri” rinunciando a chili e centimetri) scegliere un centro potrebbe essere una scelta azzardata. Negli ultimi giorni sta trapelando la notizia secondo cui i Suns vorrebbero cercare di prendere Karl Anthony Towns, in rotta di collisione con i Timberwolves, scambiando la loro prima scelta e qualche giocatore marginale. Un tweet di Towns con la maglia dei Suns del suo amico Devin Booker e la mancata smentita del giocatore a queste voci di mercato, aumentano le possibilità di vedere Towns lontano da Minnesota dopo solo due stagioni.
Ora la “palla” passa ai Suns che dovranno riflettere bene e cercare di fare le scelte giuste per ricreare un “ the process” in stile Philadelphia e riportare così la franchigia ad alti livelli. Sarà un estate calda in Arizona, tanto per cambiare.
di Lorenzo Milella