Nessuna sorpresa, pronostici rispettati. E c’è anche spazio per l’Italia..

Diciamo subito: la serata è andata liscia come l’olio.  E, fin dalla prima riga, voglio sottolineare l’eleganze delle donne presenti alla cerimonia che, non a caso, indossavano tutte outfit italiani, motivo di orgoglio per il nostro paese, dunque. Altro motivo di orgoglio – ben più grande, in questo caso – è la vittoria di “Chiamami con il tuo nome” di Luca Guadagnino nella categoria “miglior sceneggiatura non originale” firmata da James Ivory. Ci speravamo, sapevamo di poterla portare a casa e, alla fine, ce l’abbiamo fatta. L’Italia s’è desta! Il regista Guillermo Del Toro, invece, ha fatto proprio centro con “La forma dell’acqua” aggiudicandosi 4 statuette tra cui quelle per “miglior film” e “miglior regia”. Un gran film, appassionante, romantico, avventuroso. Onestamente non so dire se fosse o meno il migliore tra i candidati, ma sicuramente non è un affronto averlo premiato come tale. Anzi! Pronostico rispettato anche per Gary Oldman che vince come “miglior attore protagonista” per “L’ora più buia”, grazie a una performance strepitosa per intensità, carisma e convinzione. Tra lui e Daniel Day Lewis (“Il filo nascosto”) era uno scontro tra titani, nel quale chiunque avesse vinto lo avrebbe fatto con merito.

Analogo risultato per la grintosissima Frances McDormand, “miglior attrice protagonista” per il film “Tre manifesti a Ebing,Missouri”. Soddisfazione anche per “Coco” film animato della Pixar che vince nella sua categoria e per la “migliore canzone originale”, anche “Blade Runner 2049” si aggiudica una statuetta ed è quella per gli effetti speciali. Questi due ultimi film non hanno goduto dello stesso entusiasmo tra il pubblico mondiale, con il primo incensato dai più e il secondo in grado di spaccare il pubblico di tutte le età, trovando nei fans nella primissima ora i maggiori detrattori. “L’oscar è l’uomo ideale: tiene le mani a posto, non dice mai cose fuori luogo e soprattutto non ha un pene. E’ esattamente l’uomo di cui c’è bisogno oggi a Hollywood”. Jimmy Kimmel ha aperto così la sua presentazione della novantesima cerimonia di premiazione degli Oscar,per sottolineare che a Hollywood è tempo di cambiamenti e infatti c’è stato poi il momento di dar voce ai movimenti “Time’s up” e #metoo,a metà serata Salma Hayek, Ashely Judd e Annabella Sciorra hanno lanciato un video in cui si parlava di abbattimento di barriere, non solo di genere ma anche per il colore della pelle. Sono intervenute poi Geena Davis e Mira Sorvino, il messaggio è arrivato chiaro e forte.

Archiviata la noventesima edizione, si pensa già alla prossima ma, intanto, a breve si comincerà a parlare di Cannes e della croisette, perché il mondo del cinema non si ferma mai. E va bene così. Roberta Maiolini

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