Berlusconi, Salvini, Meloni, Fitto.. poi.. Zoff, Collovati, Scirea, Gentile, Cabrini.. Ops, scusate! Mi sono lasciato prendere dall’emozione! Si, perché quanto è accaduto qualche giorno fa sul palco nel Tempio di Adriano è qualcosa di leggendario, per questo mi perdonerete per aver riportato l’elenco dei presenti ed essermi poi dilungato a recitarne uno un pochino diverso. Difronte a eventi storici così roboanti è facile confondersi, dopotutto. Qualcuno di voi si starà chiedendo: “che c’è stato di tanto straordinario in quell’incontro politico?”. E non posso che rispondervi subito, dicendo: “assolutamente nulla! Mi pare ovvio”. Ma è dall’inizio del pezzo che non faccio che confondervi, quindi vi devo decisamente una spiegazione. Nel Tempio di Adriano, forse per l’austerità del luogo, si è verificato qualcosa che non accadeva da un po’, e non è stata la manifestazione elettorale: abbiamo assistito ad un minuto, e anzi poco più, di verità.. sfiorata di nascosto come molte cose rare.
Abbiamo visto un Salvini “sicuro” delle sue percentuali, ma dispiaciuto per l’allora già prevedibile debacle del Partito Democratico, tant’è che ha detto: “io spero che il PD prenda il 22 percento”. È una frase che si presta anche adesso a qualche interpretazione, ma non rappresentava una volontà nascosta di avvicinarsi ai renziani; più che altro, Salvini avrà pensato che molti dei voti perduti dal PD sarebbero andati al Movimento 5 Stelle e questo era il motivo della sua speranza e della sua preoccupazione manifesta. Quel 30 percento che aveva dichiarato per sé non era evidentemente una certezza così grande.. infatti si sa.. Salvini è un cazzaro! Abbiamo visto una Meloni che ha abbandonato i toni patriottici della leader che correva per la vittoria e ha rivelato chi secondo lei sarebbe stato il vincitore della coalizione: Salvini, appunto.
Solo il 6 febbraio, da Floris, lei si era apostrofata come “vera competitor” dei suoi alleati, “possibile vincitrice nell’unione di centrodestra” e quindi “prima donna premier” del Paese. Poi un Fitto.. Fitto?! Va be’, di lui che parliamo a fare?! Comunque, in quei brevi istanti abbiamo visto che il tutto è più della somma delle parti, che davanti alle telecamere ci sono più ruoli recitati che personaggi reali, che molte delle dichiarazioni sono prese da un copione studiato senza passione. In quel minuto e undici secondi abbiamo visto la verità.. e appunto, è durata solo un minuto.