Frasi tratte dai dialetti italiani nei famosi biglietti dei Baci Perugina. “Parla come… Baci” è la prima Special Edition di Baci Perugina all’insegna della campagna ‘Le emozioni parlano in dialetto!’ 100 frasi in 9 dialetti diversi, tutte da collezionare, saranno impresse nei biglietti più dolci, profumati e famosi al mondo. I Baci Perugina sono diventati, negli anni, i messaggi d’amore per eccellenza. Fin dal 1922 ogni cioccolatino è avvolto in un cartiglio che riporta la frase di un autore famoso da leggere da soli o da condividere con le persone che si amano. Il Bacio nasce grazie a Luisa Spagnoli che, nel tentativo di contenere i costi di produzione, impastò la granella di nocciola avanzata dalle lavorazioni, vi aggiunse una nocciola intera e la ricoprì con del cioccolato Luisa.
Fu Giovanni Buitoni a dargli il nome di Bacio, mentre l’Art Director di casa Perugina, il futurista Federico Seneca, ideò l’incarto color argento, le scritte blu, il bigliettino con la frase d’amore e la confezione con i due amanti che si baciano ispirandosi al dipinto di Hayez “Il Bacio”. I dialetti e i proverbi che andranno ad incartare i cioccolatini potranno essere votati direttamente sul sito. I golosi utenti, inoltre, potranno creare un bigliettino digitale e arricchire la mappa interattiva. Il dialetto torna ad andare di moda soprattutto tra i giovani: sei su dieci dicono di utilizzarlo “abitualmente” e si dicono “incuriositi” da quello di altre regioni. E’ quanto accertato da uno studio commissionato dalla stessa azienda.
L’indagine è stata condotta su 3.500 italiani di età compresa tra i 18 e i 65 anni, ai quali è stato chiesto che ruolo abbia il dialetto della loro vita. Il 67% degli “incuriositi dal dialetto” hanno detto di volerlo imparare “per rafforzare il legame con la propria famiglia”, e il 72% si è detto “incuriosito” dai dialetti di altre regioni. Secondo lo studio, sono dieci le espressioni dialettali più apprezzate dagli italiani: “Jamm bell” (napoletano), “Daje” (romano), “Camurria” (siciliano), “Va a ciapà i ratt” (milanese), “Belin” (genovese), “Gimo cocchi” (perugino), “Mo” (pugliese), “Magna e tasi” (veneto), “Fuma c’anduma” (piemontese) e “mi garba” (toscano).