L’uomo si differenzia dal resto della natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo protegge, per dirla con Hermann Hesse, e per cercare di comprendere l’ultimo studio sulla verità, o meglio sulla sua negazione. Sono più bravi i maschietti o le femminucce a dire bugie? Chi ne racconta di più? Sono armi di difesa per bambini o per adulti? Secondo una ricerca commissionata in Gran Bretagna da Bmw Financial Services e pubblicata sull’Express, il sesso forte batte alla grande le mentitrici in rosa, con 1.092 “balle” l’anno, contro le 830 menzogne al femminile. Il pinocchio dei tempi moderni dunque sembra essere identico a quello della favola di qualche tempo fa. Le donne sono pronte a raccontare una bugia per evitare telefonate indesiderate e sono molto brave nel mostrarsi impegnatissime anche quando hanno il nulla da fare: lo fa circa la metà delle persone del gentil sesso contro appena un terzo dei maschietti. Ma anche loro non sono proprio sinceri: le cinque bugie più ricorrenti delle persone col fiocco azzurro sono: “non ho bevuto molto”; “sto bene, non c’è nulla che non “; “il telefonino non prendeva”; “non ho speso molto” e, ultimo ma non meno importante “sto arrivando”. Per una somma che, lo abbiamo visto, surclassa il cumulo-bugie delle donne. Il fiocco rosa invece mente soprattutto con motivazioni del tipo: “sto bene, non c’è nulla che non va”; “non so dove sia, io non l’ho toccato”; “non ho speso molto”; “non ho bevuto tanto”, e, infine, il classico “ho mal di testa”. Dalla ricerca si evince che, in genere, si ricorre alle bugie per rendere la vita più semplice. Per il 20% del campione, ad esempio, è giustificabile darsi malati sul lavoro e per il 13% non è grave mentire al partner su una scappatella. Anche riuscire a risparmiare, soprattutto in tempi di crisi, è considerato un buon motivo per raccontare una frottola, un quarto degli intervistati lo ha fatto ad esempio per ottenere una polizza assicurativa per l’auto meno cara. Gianluca Rubeo