37 opere d’arte, accumulate in una serie di furti effettuati in tutta Italia – anche nelle chiese terremotate di L’Aquila – esposte a impreziosire le ville frequentate dai più ricchi turisti della costiera amalfitana. Per questo traffico illecito di opere d’arte, appena smascherato dal Comando Carabinieri Tutela Culturale assieme alla Procura della Repubblica di Salerno, sono state denunciate tre persone, ma ne sono coinvolte molte di più: imprenditori risultati proprietari di quadri rubati, ricettatori spregiudicati e collezionisti che chiudevano un occhio sulla dubbia provenienza delle opere d’arte.
Tra le opere d’arte rubate – ora sequestrate per un decreto emesso dalla Procura – tele, tavole e cinque pale d’altare secentesche; tra queste ultime, in particolare, due pale trafugate nella chiesa di San Nicola a Capestrano e di San Giacomo Apostolo a Scoppito, nell’aquilano. Entrambe le chiese, colpite dal terremoto dell’Aquila del 2009, sono tuttora inagibili e chiuse al pubblico. Poi, due tavole del XVI secolo rubate a Formia, in provincia di Latina, dal polittico della chiesa di San Rocco. Infine, quella che forse è l’opera più celebre e pregiata del bottino: un “Cristo che prega nell’orto” attribuito a Guido Reni, uno dei maggiori esponenti del Barocco italiano. Fortunatamente, queste opere torneranno presto nei luoghi ai quali sono destinate: le chiese e i musei dove tutti possono ammirarle. Francesca Trinchini