A chi è cresciuto con le serie televisive degli anni ’80 non può essere sfuggito il ritorno, da settembre, di uno dei telefilm a mio avviso più esemplare ed educativo della storia del cinema. Rai Tre, infatti, trasmette alle 15.20 la serie americana “La casa nella prateria”. Le incredibili vicissitudini della famiglia di Charles Ingalls e la capacità di superare ogni difficoltà con l’altruismo, l’amore per il prossimo e la dedizione alla propria famiglia, sono valori che le nuove generazioni dovrebbero assorbire. Io inserire la visione obbligatorio del telefilm nelle scuole. La serie televisiva, prodotta tra il 1974 e 1983 in 203 episodi di 50 minuti ciascuno, nasce dal romanzo “La piccola casa nella prateria” di Laura Ingalls Wilder. La NBC, dopo essere venuta a conoscenza dei libri nei primi anni settanta, propose a Michael Landon di dirigere l’episodio pilota. Il regista Landon accettò ad un patto, che interpretasse la parte di Charles Ingalls.
La scrittrice Laura Ingalls, che è anche il personaggio chiave della serie televisiva nelle vesti della seconda figlia della famiglia Ingalls, nella sua collana Little House (1931-1943) volle soprattutto raccontare gli accadimenti, vissuti in prima persona durante la sua infanzia, della storia statunitense ormai perduta del XIX secolo negli stati del Wisconsin, Kansas, South Dakota, ma soprattutto in un paesino del Minnesota chiamato Walnut Grove. Il paese esiste veramente, nella Contea di Redwood, sebbene alcune puntate furono ambientate anche nelle vicine cittadine di Mankato e nella capitale Minneapolis (ad esempio, quando Mary diventa cieca); tuttavia, le vere ambientazioni delle riprese della famosa serie avvennero agli Old Tucson Studios in Arizona e altri studios e ranch sparsi in California. Le vere avventure partono dal terzo libro della serie, e si concentrano in particolar modo sulle vicende della vita del piccolo villaggio del Minnesota viste attraverso gli occhi della stessa Laura da quando è bambina fino a quando è adulta. Alle nove stagioni della serie regolare, vanno aggiunti tre film per la tv realizzati fra il 1983 e il 1984.
Cristy
E’ vero. La casa nella prateria è uno dei telefilm più belli tra quelli realizzati fino ad oggi. E’ di una genuinità disarmante. La famiglia Inagalls è specialmente ai nostri giorni, un vero esempio per la società. Ogni episodio di questo telefilm è educativo, e ti lascia una traccia indelebile nel cuore. Con tutti i pessimi esempi televisivi degli ultimi anni, dettati da telefilm in cui violenza, omicidi e superficialità, sembrano essere la carta vincente, un vero gioiello come “La casa nella prateria” torna a portare un punto di luce nella decadenza televisiva attuale. Tornano i buoni sentimenti, tornano i valori della famiglia e dell’amicizia, quelle strane cose che oggi sono guardate come fossero extraterrestri da scacciare via. Alla tv l’arduo compito di dare buoni esempi, di educare, di culturizzare gli spettatori, oltre che divertirli. Un compito non facile cara tv, una sfida per te, sempre più sottomessa da programmi che nemmeno tu (potessi regaire e dire la tua) vorresti mai vedere.
Rai tre, il coraggio l’ha tirato fuori : ben tornata piccola ma immensa casa nella prateria.
Pietro Guida
“Tornano i buoni sentimenti, tornano i valori della famiglia e dell’amicizia, quelle strane cose che oggi sono guardate come fossero extraterrestri da scacciare via”.
LAURA
Rivedo la serie con enorme piacere, mi ha accompagnata quando ero ragazzina ed ora finalmente posso nuovamente godere di un pò di buona televisione che racconta di sentimenti e valori sempre più dimenticati ai giorni nostri …. brava RAI 3!