Quando vidi Trainspotting non ero nemmeno maggiorenne. Lo affittammo in vhs e lo guardammo a casa di un amico: rimanemmo sconvolti. In realtà nessuno di noi era in grado di descrivere il perché quel film ci avesse stregato a quel modo, ma tutti ne restammo rapiti e da quel giorno non ci fu una sola volta in cui, durante una chiacchierata tra amici, non è stata ripescata una battuta di quella pellicola. Oggi, a distanza di più di vent’anni, ho visto il seguito. Prima di mettermi davanti alla tv pensavo di rimanere insoddisfatto, sia perché come al solito è piuttosto difficile bissare l’originalità del primo, ma soprattutto perché non è raro che il sequel rovini anche il ricordo del primo. E invece posso dire che sono rimasto soddisfattissimo e felice di averlo visto. La storia, derivata dal romanzo “Porno” di Irvine Welsh, seguito di Trainspotting, non brilla certo per originalità, ma nel complesso il film riesce a riportarci indietro negli anni e a farci rivivere le avventure degli scalmanati protagonisti del primo capitolo. La regia di Danny Boyle è di certo uno dei punti di forza dell’intera pellicola. Il modo in cui è stato girato ricalca il primo film ed ogni singola inquadratura è di un’originalità unica, non ci si annoia mai e si rimane affascinati dai suoi incredibili giochi di camera, di luci o effetti a sorpresa. Un altro punto di forza è la colonna sonora, di sicuro ai livelli del primo Trainspotting, originale e sempre con un piede negli anni ’90, con una soundtrack di tutto rispetto che andrebbe acquistata a parte e tenuta nel cd della propria automobile. In 117 minuti Boyle ci catapulta in situazioni talmente surreali che a volte ci si ritrova a sorridere su situazioni che invece, in seguito, ci porteranno a riflettere su temi importanti come quelli della vita e della morte, ma anche dell’amicizia e del tradimento di questo valore fondamentale. Bravissimi anche i quattro protagonisti, a cominciare da Ewan McGregor, che riescono a tenerci con il fiato sospeso per tutta la durata del film tra dialoghi imperdibili e gag improbabili, girate nell’inconfondibile e malinconica atmosfera metropolitana di Edimburgo. Un gran bel film insomma, che piacerà di sicuro a tutti quelli che avevano già apprezzato il primo, ma anche a chi è interessato a questo genere cinematografico, che Boyle ancora oggi interpreta e padroneggia nel migliore dei modi.