L’Aquila si prepara a ospitare due serate per una delle opere meno rappresentate, ma più misteriose, dell’amatissimo Pirandello: “Vestire gli ignudi”, con laa regia di Gaetano Aronica. È la storia di Ersilia Drei che sentendosi niente, per essere qualcosa, accetta di essere quella che gli altri hanno voluto che fosse. Una donna romantica ma sventurata che viene investita da una serie di maldicenze che la condurranno a sentirsi colpevole di un delitto non commesso, non amata ed usata dagli uomini che ha incontrato sulla sua strada. Per questo deciderà, alla fine, di abbondare questa vita terrena per rimanere definitivamente “nuda” senza i vestiti che gli altri le hanno fatto indossare. Interprete di Ersilia è l’eclettica attrice e regista Vittoria Faro, diplomata all’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico che interpreta in modo egregio un personaggio così complesso come Ersilia Drei.
Nel tour di “Vestire gli ignudi” di Luigi Pirandello lei interpreta Elisa Drei, personaggio complesso e attuale. E’ riuscita con facilità a calarsi nei panni di una donna sottomessa ma anche così ribelle ?
Quando mi e’ stato proposto il ruolo ero terrorizzata. Il perché e’ abbastanza semplice dato che Ersilia Drei inizialmente si presenta come una donna molto fragile e io, invece, ho quasi sempre interpretato ruoli femminili abbastanza forti, risolti, perché come donna appaio così “forte”. Devo confessarle invece che sono un’attrice e una donna molto fragile,ma non posso dire di “ non aver mai avuto la forza di essere niente” perché ho lottato molto nella mia vita per costruirmi un’identità libera. Risponderò dunque alla domanda facendo riferimento a un altro testo pirandelliano di cui sono innamorata “Trovarsi” in cui Donata Genzi ( la protagonista) racconta come per far trionfare l’attrice sulla donna, ha pagato lo scotto terribile dello smarrimento di se’, della perdita del senso della propria esistenza; così domenica sera a Roma la donna ha lasciato spazio all’attrice e proprio sul finale del primo atto Vittoria Faro come Ersilia Drei e’ svenuta. Questo e’ Pirandello.
Quanto è attuale oggi l’opera di Pirandello?
Quello che accade oggi e’ frutto di una società malata che vive un grande senso di frustrazione e che trova sfogo in qualsiasi forma di violenza, ma quella sulle donne trovo sia un atto di vigliaccheria senza precedenti. Mi chiedo come un uomo possa alzare le mani a una donna sapendo di avere una forza superiore alla sua. La cosa ancor più grave e’ che queste donne che subiscono delle violenze in genere, sono paradossalmente innamorate di questi uomini e non vogliono separarsene perché li amano a tal punto da giustificare le loro azioni, proprio perché’ magari come Ersilia Drei “ non hanno mai avuto la forza di essere niente” e dal momento in cui trovano un uomo disposto a prenderle con sé ad “amarle” e dargli una nuova vita sono disposte a tutto. Poi esiste anche la categoria di donne che invece hanno paura e non trovano il coraggio di dirlo, nella maggioranza dei casi queste donne vengono uccise, una questione molto delicata. C’e’ però un momento che mi piace particolarmente: quello in cui Ersilia, dopo aver subito ancora una volta una violenza dal Console Grotti (Gaetano Aronica), lo respinge con forza dicendogli “Vattene, vattene o grido, vado per strada e grido!”
Siete in tour dall’inizio di marzo e proseguirete fino alla fine di aprile. Quante emozioni le ha regalato questo personaggio ?
Moltissime, dico sempre che senza questa professione mi sento vuota perché mi regala ogni volta emozioni grandi e mai uguali, con nuovi incontri. Posso dirle, però, che Ersilia tutte le sere mi fa versare sulla scena grandi lacrime, mi procura un dolore al fianco destro da bile e mi fa sentire prima in uno stato di grande solitudine per poi regalarmi un affetto da pubblico incredibile.
La compagnia è composta per la maggior parte da agrigentini tranne Andrea Tidona. Ci svela qual è il segreto per creare il feeling giusto tra tutti?
Non prendersi mai troppo sul serio, questo e’ il trucco. Se avessi recitato il ruolo della prima attrice dentro la compagnia facendo l’altezzosa probabilmente mi avrebbero portato rispetto ma non sarebbe mai nato l’affetto che adesso mi tiene legata a ciascuno di loro. Poi io sono una buffona e loro più di me ci facciamo grasse risate e parliamo quasi sempre in siciliano, in maniera diretta, senza troppi fronzoli. Andrea Tidona ad esempio e’ un grande imitatore non avete idea di quanto ci faccia ridere!
Lei ha frequentato l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica Silvio D’amico lavorando con grandi nomi. C’è stato un momento in cui ha capito di avere intrapreso la strada giusta per realizzare i suoi sogni ?
Il percorso accademico e’ stato per me uno dei momenti più alti e belli della mia vita e lo rifarei volentieri. Ho avuto l’onore di conoscere persone che hanno saputo gettare le basi per la mia crescita professionale. In quei tre anni ero diventata una star, una delle attrici più quotate o su cui si riservavano tante aspettative e speranze ma, purtroppo, il mercato non corrispondeva al microcosmo accademico. Gli anni successivi sono stati anni di grande dolore, solitudine e riflessione, in cui un giorno si e un giorno no mi ponevo la domanda fatidica “ forse dovrei mollare?”. A distanza di anni dal mio diploma in Accademia e dopo due di terapia posso dirle che non so quale sia esattamente il mio sogno. Forse so meglio cosa voglio e comincio oggi a intravedere una strada possibile, che non e’ quella facile delle raccomandazioni, non quella di una velata forma di prostituzione per diventare famosi.. no niente di tutto ciò, niente di conforme al sistema io mi sento anarchica e in quanto tale vado per una strada più difficile e tortuosa ma sono sicura almeno sia la mia. Potrò dire che almeno c’ho provato!
Oltre che attrice è anche regista, due ruoli completamente diversi tra loro. In quali panni si trova più a suo agio?
Comincio col dire che il ruolo dell’attore non e’ poi cosi tanto diverso o scisso da quello del regista. Durante il periodo accademico cominciai a capire qualcosa in più sulla regia, sull’illuminotecnica, sulla direzione degli attori, su un adattamento teatrale, sull’idea di lavoro collettivo, sull’organizzazione, sulla produzione…ho appreso molte cose e nell’apprendere cominciò ad accendersi in me sempre più il desiderio di dirigere qualcosa. Ma restava la passione per l’attrice, ma quale? Quella reale o quella inventata?? La realtà mi parlava di una dimensione completamente diversa da quella che si prospettava, file interminabili per un ruolo, insulti di ogni genere dai casting delle serie televisive più svilenti, agenti da pregare in ginocchio perché prendessero te piuttosto che un’altra….insomma una situazione frustrante e non quella che io sognavo dei tempi di Fellini dove se perdevi la dignità la perdevi per qualcosa di sensato e non per un ruoletto da terz’ordine! Cosi sono approdata alla regia, non di ripiego ma perché credo che non vi siano altre possibilità per esprimersi, perché oggi si chiede all’attore di essere se stesso e io non voglio essere me stessa…. In inglese si dice TO PLAY giocare, giocare a essere altro da se, interpretare, recitare il ruolo di….ma che voglia dire questa storia dell’essere “ naturali “ io non l’ho mai capita giuro! Quindi per rispondere alla sua domanda, si mi sento molto piu’ una regista ad oggi che un’attrice, mi sento meno frustrata e piu’ visionaria, piu’ libera e mi diverto moltissimo!!!! Ma non escludo che il mio segno zodiacale non mi porti prima o poi verso la Produzione che credo sara’ il passo successivo se non definitivo.
Nel corso della sua carriera ha ricevuto premi importanti, quello a cui è più legata, se c’è ?
Ho ricevuto diversi premi a cui sono molto legata, che mi ricordano una persona o un momento della mia vita, o lo stesso monologo che poi mi ha fatto vincere insomma. Ma ricordo molto bene la premiazione dalla Fondazione Andrea Biondo per una borsa di studio con una cifra molto alta che mi diedero tramite bando dall’accademia. Una gioia immensa. Non avevo mai vinto niente nella mia vita, neppure a tombola per il Natale.
Cosa l’ha spinta a intraprendere la strada della recitazione ?
La solitudine e il fatto di sentirmi spesso un outsider. Da bambina amavo stare da sola e in questa mia solitudine spesso e volentieri creavo mondi inventati, amici irreali con nomi abbastanza strani e in queste visioni di mondi possibili spesso mi sono persa. Forse sin da allora sentivo il bisogno di dissociarmi dalla realtà troppo stretta, banale e artefatta rispetto a quella che nei miei mondi prendeva forma e assumeva sfumature differenti da quella del bianco e del nero. Amavo molto l’arte.
C’è un’attrice che lei ammira più di altre e che ha preso come esempio da seguire?
Non una, molte. Ad esempio mi piace l’eleganza di Audrey Hepburn, la follia di Bette Davis, Marlene Dietrich per il carattere insomma provo a seguire le grandi icone quelle che sono diventate delle star per stile, eleganza e talento.
Dopo “Vestire gli ignudi” quali saranno i suoi impegni ? Se ci può svelare qualcosa naturalmente…
Attualmente sono in tournée con “ Vestire gli ignudi” e siamo a L’Aquila per poi proseguire con Fermo, Palermo e Caltagirone e mi godo dunque la bellezza dello stare, semplicemente quello, godermi i momenti di condivisione con i miei colleghi di cui sono follemente innamorata. Ma non mi fermo con i miei progetti che sono tantissimi,sono vorace nelle ricerche e appena mi appassiono a qualcosa devo scavare, sapere tutto, creare le basi solide per costruire qualcosa di autentico e al contempo personale ma intriso di simbolismi e di elementi che nel testo apparentemente non sono scritti ma che a livello ipertestuale risultano evidenti. Un processo molto lungo dunque che richiede tempo, soldi e fatica e considerando che sono anche la produttrice e distributrice dei miei spettacoli non e’ da poco. Sto lavorando ad esempio sulla distribuzione dei miei nuovi spettacoli “METAMORFOSYS” e “Sogno ma forse no” che vorrei potesse andare in giro con una mini tournée italiana. Ma ho anche un nuovo progetto che vorrei presentare quest’estate “ELEKTRA” di Hofmannsthal a cui sto lavorando e che spero possa prendere forma a breve. Ho anche un progetto di video arte che vorrei realizzare su un testo strepitoso di un autore che amo tantissimo Beckett che si chiama “NOT I”, ma anche un progetto artistico su delle opere d’arte che vorrei realizzare a breve che prenderanno il nome di “PLASTIC MAN” e infine sono alla ricerca di uno spazio in cui poter dar vita ai miei spettacoli alle mie visioni e condividere insieme ad artisti abbastanza matti quanto me idee e opinioni, un luogo di scambio per il teatro di ricerca prendendo ad esempio le vecchie cantine e spero di riuscire nell’impresa. Poi mi piacerebbe tantissimo fare cinema, che amo tanto ma i tempi sono difficili e siamo in tanti e io non voglio stare a girarmi i pollici aspettando che arrivi la fortuna homo faber fortunae suae e aggiungo mulier.
Grazie per aver accettato il nostro invito da tutta la redazione di Trend & Moda!
Grazie a voi !
Roberta Maiolini